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NO, l’Italia non può avere una sua criptovaluta di Stato

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no liraDa diverso tempo girano delle ipotesi secondo le quali l’Italia potrebbe emettere una propria criptovaluta di Stato. Questo però ad oggi non è possibile.

Infatti quando l’Italia ha deciso di aderire, volontariamente, all’Eurozona ha accettato, firmato e sottoscritto degli accordi che prevedono il divieto assoluto per qualsiasi Stato dell’Area Euro di emettere una sua moneta nazionale, in qualsiasi forma. Quindi nessuno Stato che abbia aderito all’Eurozona può emettere una sua moneta nazionale, in alcuna forma.

Ne sa qualcosa l’Estonia (che fa parte dell’Area Euro), che prima ha dichiarato che avrebbe emesso una propria criptovaluta, poi è stata fermata da Mario Draghi (il presidente della BCE che gestisce l’Euro) tanto che alla fine ha dovuto rinunciare.

Infatti uno Stato che fa parte dell’Eurozona (ovvero che ha accettato gli accordi di cui sopra) se dovesse emettere una propria criptovaluta di Stato violerebbe tali accordi, e di sicuro questo provocherebbe una reazione della BCE, ma anche degli altri paesi dell’Eurozona. Tale reazione potrebbe anche essere violenta, quindi è estremamente improbabile che uno Stato dell’Eurozona si azzardi a tanto.

Ad oggi l’unica soluzione “pacifica” sarebbe quella di uscire dall’Euro, perchè sarebbe l’unico modo per non essere più costretti a rispettare gli accordi sottoscritti. In alternativa si potrebbero riscrivere quegli accordi, ma questa è una prospettiva solo teorica e probabilmente irrealistica.

Ma perchè questi accordi prevedono che nessuno Stato che abbia aderito (volontariamente) all’Eurozona possa emettere una sua moneta nazionale, in nessuna forma? Possiamo immaginarne in particolare due.

Primo: la politica monetaria dell’Euro deve essere fatta da 1 unico soggetto, la BCE. Qualsiasi paese dell’Area Euro che dovesse poter avere una propria politica monetaria potrebbe anche danneggiare quella dell’Euro (ovvero degli altri paesi), o l’Euro stesso, ad esempio qualora decidesse di inflazionare la moneta in circolazione. L’inflazione dell’Euro deve controllarla solo la BCE, ed inflazionare una moneta nazionale di un paese dell’Area Euro potrebbe anche causare inflazione indesiderata sull’Euro stesso. Quindi gli Stati che volessero poter fare una propria politica monetaria devono per forza uscire dall’Eurozona (ammesso che sia possibile).

Secondo: il signoraggio nell’Eurozona spetta solo alla BCE. A nessun altro ente pubblico, o istituzione, sarà consentito fare signoraggio, soprattutto qualora fossero gli Stati stessi, in “prima persona”, a volerlo fare. Infatti sono ben noti (anzi: ultranoti) i danni che vengono fatti alle monete dagli Stati che si mettono a fare signoraggio.

Pertanto alla luce di ciò non è possibile immaginare che, realisticamente, qualche paese appartenente all’Eurozona possa emettere una propria criptovaluta di Stato senza violare gli accordi con gli altri Stati dell’Area Euro, o senza uscire dall’Euro. Ma non solo: è anche estremamente difficile immaginare che ciò in futuro possa cambiare.

Al massimo gli Stati possono emettere dei token di utilità, che però sono tutt’altra cosa (e non hanno certo la stessa funzione, lo stesso ruolo, e la stessa rilevanza delle criptovalute). Oppure possono aiutare qualche gruppo di privati cittadini a creare una criptovaluta privata (cosa assolutamente possibile), ma in questo caso in violazione di tutte le norme per la concorrenza (Antitrust).

Pertanto l’ipotesi di una criptovaluta di Stato nazionale italiana è da considerarsi solo un’ipotesi, molto remota. Talmente remota che ad oggi non può essere considerata realistica.

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