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La ridicola ipotesi che Bitcoin sia stato creato dalla NSA per controllare la finanza mondiale

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spiaPremessa: NESSUNO conosce la vera identità di Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin, quindi di ipotesi su chi sia veramente se ne possono fare a tonnellate.

Da qualche tempo si è fatta strada un’ipotesi che, per quanto assolutamente possibile (in teoria), in realtà appare abbastanza ridicola. L’ipotesi è che Bitcoin sia stata sviluppata dalla NSA (ovvero l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale del governo degli USA) per prendere il controllo della finanza globale.

L’equivoco nasce dal fatto che Satoshi scelse SHA-256 come algoritmo crittografico su cui basare Bitcoin, e SHA-256 è stato sviluppato perlappunto dalla NSA.

Tuttavia l’algoritmo fu rilasciato pubblicamente nel 2001, ovvero ben 7 anni prima che Satoshi creasse Bitcoin nel 2008. Inoltre è stato utilizzato anche per molti altri protocolli di sicurezza, sviluppati prima del 2008, come ad esempio TLS e SSL, usati oramai in quasi tutti i siti web del mondo (sono quelli utilizzati ad esempio dal protocollo https). E’ utilizzato anche dal “sistema operativo Linux open source per definizione”, Debian.

L’errore grave sta nel credere che l’NSA che ha creato SHA-256 sia in grado di “craccarlo”. Infatti SHA-256 in realtà non è altro che un set di funzioni matematiche pubbliche, che non possono essere invertite. Essendo pubbliche è stato possibile studiarle a fondo nel corso degli anni, e ormai è più che certo che non siano invertibili. Ed essendo matematica, la certezza è assoluta.

Il problema sta nel fatto che non tutti conoscono la differenza tra crittografia simmetrica (quella “classica”, che usa le parole chiave e può essere decriptata), e crittografia asimmetrica, che è stata inventata solo negli anni ’70 del secolo scorso (sempre dalla NSA), e che soprattutto non può essere matematicamente decriptata. Pertanto per definizione stessa SHA-256, che utilizza la crittografia asimmetrica, non può essere decriptata. Al massimo può soffrire del problema delle “collisioni”, ma è un problema noto a tutti (e non solo all’NSA).

Pertanto l’ipotesi descritta nel titolo di questo articolo appare realmente ridicola, anche se rimangono possibili collegamenti tra Satoshi e l’NSA. Tuttavia, alla luce di quanto appena detto, anche se questi collegamenti ci fossero sarebbero praticamente irrilevanti.

In sintesi: NO, non esiste, e non può esistere, NESSUNA “backdoor” che possa consentire a nessuno di violare il protocollo Bitcoin, nemmeno alla NSA o a Satoshi stesso. Chi sostiene questa ipotesi non ha capito nè come funziona SHA-256, nè come funziona la crittografia asimmetrica, e quindi nemmeno come funziona Bitcoin. E’ matematica, gente, c’è ben poco da discutere. O la si conosce… o è meglio tacere.

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