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I Millennial che investono in criptovalute per farsi una pensione integrativa

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millennialsI cosiddetti Millennial (o Generazione Y) sono le persone nate negli ultimi 2 decenni del secolo scorso (dal 1980 al 2000).

Secondo uno recente studio pubblicato da Finder.com i millennial americani di età compresa tra 22 e 37 anni hanno un tasso di possesso di criptovalute del 17%, rispetto al 9% della precedente generazione (la cosiddetta Generazione X dei quarantenni e cinquantenni) ed il 2% dei Baby Boomers (sessantenni e settantenni). Pertanto è questo il profilo del “bitcoiner medio”. L’idea che li spinge ad investire in criptovaluta è quella di avere il controllo del proprio denaro senza dover passare attraverso una banca. Anzi, i millennial cercano proprio di acquistare varie forme di valute digitali, pare anche per risparmiare fondi per la propria pensione.

Secondo recenti conclusioni del National Institute on Retirement Security (NIRS) il 95% dei millennial americani non sta risparmiando adeguatamente per la pensione. Addirittura due terzi (66,2%) non ha proprio risparmiato nulla per la pensione. Le criptovalute da questo punto di vista paiono una possibile soluzione.

Jeremy Gardner, managing partner di Ausum Ventures, ha 26 anni, è un millennial, ed investe in criptovalute da circa cinque anni. Dice:

“Personalmente ho posto molta più fiducia nelle risorse digitali che sono determinate dal codice matematico e verificabile, piuttosto che da un gruppo di banchieri presso la Federal Reserve. Questo perché i dollari si deprezzano di valore, mentre gli asset crittografici storicamente si sono apprezzati, e continueranno a crescere in modo esponenziale, se hanno successo. Detto questo, ho messo da parte i risparmi per l’educazione del mio nascituro e per la mia pensione”.

E mentre la natura rischiosa del mercato delle criptovalute potrebbe non piacere ad alcuni, i millennial sembrano invece considerarle soprattutto opportunità.

Greg Osuri, fondatore e CEO di Akash Network , ha già visto crescere il suo fondo pensione mentre continua a investire in criptovalute.

“La mia allocazione di criptovalute nel mio fondo pensione è cresciuta dall’1% al 20% mentre la mia convinzione si è rafforzata nel tempo. La maggior parte ha a che fare con il miglioramento della tecnologia, l’economia, l’adozione crescente e la maturazione del clima normativo”.

Secondo un altro sondaggio recente di Auctus il 6% dei millennial americani ha dichiarato che sarebbero disposti a prendere in considerazione l’utilizzo di criptovalute come opzione di investimento per il loro piano di pensionamento. L’amministratore delegato di Auctus Raphael Vantroost commenta:

“Bitcoin e le criptovalute sono tra i primi investimenti per molti millennial. Questo potrebbe essere perché la generazione più giovane è esperta di tecnologia, ma potrebbe anche essere dovuta alla mancanza di alternative”.

Sia chiaro: investire in criptovalute come forma di integrazione alla pensione rimane comunque rischioso, ma chi investe poco (ad esempio solo quello che si può permettere di perdere) al massimo perde poco, mentre invece i possibili vantaggi (sebbene non siano necessariamente probabili) potrebbero essere significativi.

Fonte: www.finder.com/why-people-arent-buying-cryptocurrency

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