Riceviamo da Blockchain Home e pubblichiamo
L’esplosione del valore dei bitcoin ha avvantaggiato tanti nerd, tanti audaci, tanti investitori con l’occhio molto lungimirante e… Wikileaks e la Nord Corea.
Facciamo qualche passo indietro. Siamo nel 2010, e diversi organi americani e internazionali mettono alle strette l’organizzazione di Julia Assange.
Se non puoi far chiudere una azienda non-profit che ha missione la pubblicazione di materiale per contestare lo status quo… cosa puoi fare?
Evitare che qualunque transazione economica a loro favore vada in porto.
Insomma, rendere complicato aiutare economicamente WikiLeaks era una strategia semplice e geniale.
Peccato che esistevano i Bitcoin. E per WikiLeaks che non poteva più ricevere pagamenti con Mastercard rimanevano solo loro.
La cryptovaluta, che 7 anni dopo garantirà alle tasche di WikiLeaks un ritorno del 50 000% ( all’epoca un btc valeva meno di un dollaro ).
Insomma un bel regalo da parte di chi voleva vedere WikiLeaks morto.
E con il prezzo dei bitcoin che non intende deprezzarsi neanche nel 2018… Wikileaks si ritroverà con una enorme liquidità nelle casse.
Situazione simile per la Nord Corea.
Messa alle strette dalle sanzioni internazionali e dalla ingombrante presenza di Donal Trump ha deciso di puntare sui Bitcoin a febbraio 2017.
Minandoli e …. Rubandoli ( soprattutto rubandoli ).
L’allarme lanciato dalla corea del sud all’epoca non destò molte reazioni.
Peccato che da allora il valore sia cresciuto di 10 volte.
Matteo Fiore