Marco Cavicchioli
Ieri sono uscite due notizie che fanno ipotizzare che esista una probabilità diversa da zero che il 2023 si riveli essere un annus horribilis per le altcoin.
La prima è la denuncia della SEC nei confronti del fondatore di Tron, Justin Sun, per aver venduto sul mercato TRX e BTT come security non registrate.
E’ una denuncia molto simile a quella fatta sempre dalla SEC a fine 2020 contro Ripple, e che non è ancora giunta ad un verdetto definitivo.
La seconda è l’avviso inviato sempre dalla SEC a Coinbase di un’ispezione nei loro confronti.
Il problema è sempre lo stesso: se dietro un progetto crypto c’è un’organizzazione profit, c’è il grosso rischio che il lancio sul mercato sia solo un modo per raccogliere investimenti offrendo in cambio contratti di investimento venduti in modo illecito.
Infatti per vendere contratti di investimenti in modo lecito bisognerebbe ottenere l’approvazione delle autorità (negli USA la SEC), ma nessun progetto crypto ha mai ottenuto una tale approvazione.
Fa eccezione Bitcoin, perchè dietro ad esso non vi è alcuna organizzazione profit che lo promuove per raccogliere investimenti (i BTC non vengono venduti su un mercato primario, ma sempre e soltanto minati e poi eventualmente rivenduti sul mercato secondario).
Se passasse la linea della SEC, potrebbe verificarsi una specie di apocalisse delle altcoin, perchè gli exchange potrebbero essere costretti a delistarne molte. Nel caso (remoto) in cui un’azione simile dovesse essere intrapresa anche nei confronti di Ethereum, lo scenario sarebbe catastrofico.
Va però sottolineato come le azioni intraprese fino ad ora dalla SEC contro le altcoin si riferiscano al mercato primario dei creatori delle medesime, e non a quello secondario degli exchange.
Non è nemmeno detto che tali problemi possano emergere in tutta la loro gravità già nel 2023, ma a quanto pare la SEC ora sta facendo sul serio.
A questo punto non stupisce che la dominance di Bitcoin sia tornata vicino ai massimi degli ultimi 12 mesi.
