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XRP non è un security: +24%

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Oggi è stato pubblicato un documento ufficiale del tribunale del distretto meridionale di New York in cui il giudice Analisa Torres dichiara che le Programmatic Sales e le Other Distributions di XRP non costituiscono offerta al pubblico di contratti di investimenti.

In altre parole, è stato certificato da un tribunale che XRP non è una security.

Al tempo stesso però il giudice afferma anche che le vendite istituzionali di XRP da parte Ripple erano un’offerta non registrata di contratti di investimento, in violazione della Sezione 5 del Securities Act.

Quindi XRP ora come ora non è una security, ma all’inizio è stato venduto come tale da Ripple.

Ripple è la società, mentre XRP è la criptovaluta. Il giudice quindi ha “dato ragione” alla criptovaluta, ma ha dato torto alla società.

La SEC a fine 2020 ha denunciato Ripple per aver venduto la sua criptovaluta XRP come un implicito contratto di investimento. In tal caso XRP sarebbe stata una security.

Il giudice ha dato solo parzialmente ragione alla SEC, ovvero solo per quanto riguarda le vendite iniziali di Ripple. Invece le ha dato torno per quanto riguarda le successive vendite.

Il prezzo di XRP ha immediatamente reagito con un +24% quasi istantaneo, diventato poi un +70% quando la notizia è stata confermata ufficialmente. In pochi minuti ha fatto registrare il nuovo massimo del 2023, tornando vicino ai livelli che aveva a fine 2020 prima della denuncia della SEC.

Anche il prezzo di Bitcoin è risalito, fino ad oltre 31.000$, e quello delle principali altcoin considerate security della SEC ha fatto un balzo.

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