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Le stable coin per non portare i soldi in Svizzera?

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svizzera soldiIn questi giorni in Italia si è tornato a parlare di “mettere al sicuro” i propri soldi spostando gli euro su conti bancari esteri (come ad esempio quelli svizzeri). La procedura, se fatta correttamente, è assolutamente lecita, ma non è certo anche molto “comoda”.

Ma il vero motivo per cui alcuni italiani vogliono spostare i loro risparmi su conti esteri è quello di proteggerli. In particolare proteggerli da 2 rischi:

  1. un’eventuale uscita dell’Italia dall’Euro, con conseguente ridenominazione dei conti nella nuova valuta nazionale molto probabilmente pesantemente svalutata
  2. il fallimento e la conseguente chiusura della banca su cui sono depositati (lo Stato italiano garantisce i depositi “solo” fino a 100.000 euro).

Convertire gli euro in stable coin in teoria potrebbe consentire di ottenere gli stessi risultati.

Infatti un deposito in una stable coin non può essere “convertito” forzosamente in un’altra valuta (a meno che l’intermediario che emette e gestisce la stable coin non volesse dire addio alla sua attività). Da questo punto di vista il rischio conversione forzata sarebbe ridotto al minimo.

Per quanto riguarda invece il rischio fallimento, la conversione in stable coin non darebbe certezze, ma sposterebbe il rischio da una banca nazionale ad un intermediario estero (come ad esempio Gemini). Questi intermediari, se sono regolamentati, funzionano in modo simile ad una banca, quindi il rischio fallimento è più o meno equiparabile a quello di depositare il denaro su un conto corrente di una banca estera.

Infatti le cosiddette “stable coin” sono criptovalute ancorate al valore di un sottostante (in genere dollari americani, o oro), che per essere realmente valide devono prevedere di essere interamente coperte dal sottostante. Ovvero ad esempio per ogni Gemini dollar emesso deve essere conservato 1 dollaro americano, in modo che tutti i possessori della stable coin possano in qualsiasi momento riconvertire tutti i loro token in una quantità equivalente di dollari americani.

I vantaggi principali sarebbero due:

  • la facilità con cui è possibile “convertire” euro (o dollari) in stable coin, semplicemente acquistandole su appositi exchange
  • la libertà d’uso di una stable coin, che in quanto criptovaluta non  può essere nè limitata nè censurata.

Inoltre, visto che una stable coin è di fatto un token che rappresenta un valore, acquistare token di una stable coin ancorata ad esempio al dollaro americano equivale ad acquistare dollari americani, se tutto va per il verso giusto.

Ci sarebbero però anche degli svantaggi:

  • ci si dovrebbe affidare giocoforza ad un intermediario di fiducia, che deve garantire che la stable coin sia sempre coperta al 100%, anche sul lungo periodo
  • se l’intermediario dovesse fallire (come però può accadere anche ad una banca) pur mantenendo il possesso dei token si perderebbe il loro valore
  • molto probabilmente si dovrebbe dichiarare il possesso di questi token in dichiarazione dei redditi, come si fa per i fondi detenuti all’estero.

Inoltre ci sarebbe il problema della loro conservazione. A tal proposito va però fatto notare che il denaro depositato presso una banca non è più di proprietà del correntista, ma diventa di proprietà della banca stessa. Invece qualora i token, una volta acquistati, venissero spostati su un wallet di proprietà per essere lì conservati, se ne manterrebbe anche la proprietà. Pertanto se non altro conservare i token su wallet di proprietà significa mantenere la proprietà dei propri valori, mentre ciò non accade con il denaro depositato in banca.

Tuttavia la stessa conservazione su wallet di proprietà presenta dei problemi: di fatto si diventa la banca di se stessi, eliminando qualsiasi intermediario. Pertanto la piena e totale responsabilità della conservazione diverrebbe esclusiva del proprietario dei token, con tutto ciò che ne comporta. In altre parole se si perde il wallet, l’accesso al medesimo, e le chiavi private, si perdono anche tutti i token, che rimarrebbero per sempre “fermi sulla blockchain”, senza possibilità di essere più utilizzati da nessuno.

Infine va aggiunto che ad oggi non ci sono stable coin ancorate all’euro di indiscussa sicurezza. Ci sarebbe ad esempio Stasis (EURS), ma è scambiabile solo su 3 exchange, di cui uno solo di rinomata fama (gli exchange sono importanti non solo per acquistare, ma soprattutto per rivendere le stable coin qualora le si volesse riconvertire in valuta fiat). Quella che si potrebbe ad oggi considerare la stable coin più “sicura”, Gemini dollar (GUSD), è ancorata al dollaro americano, ed è scambiata su una mezza dozzina di exchange (tra cui però anche uno italiano).

Quindi ad oggi le stable coin non sembra possano rappresentare ancora una valida alternativa “di massa” al trasferimento di denaro su conti correnti bancari esteri, ma hanno le potenzialità per diventarlo. Anzi, in teoria potrebbero anche diventare lo strumento migliore (o uno dei migliori in assoluto) per proteggere i risparmi in euro da conversioni forzate e fallimenti di banche italiane.

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