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Le banche centrali dovrebbero comprare Bitcoin

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Quando le banche centrali (ed in particolare la Federal Reserve statunitense, ovvero la Fed) creano grandi quantità di valuta fiat dal nulla e la immettono sui mercati, il prezzo di Bitcoin tende a salire.

Infatti mentre le politiche monetarie dietro le valute fiat possono variare nel corso del tempo, tanto da diventare anche in alcuni momenti particolarmente espansive, quella di Bitcoin invece è fissa, non modificabile, e quindi prevedibile.

Inoltre ogni quattro anni diventa meno espansiva, grazie all’halving, tanto che ormai la massa monetaria di Bitcoin aumenta di meno del 2% all’anno. A partire dall’anno prossimo, con il quarto halving, aumenterà di meno dell’1% all’anno, e circa nel 2140 diventerà addirittura sostanzialmente deflattiva.

Quindi le grosse banche centrali, ed il particolare la Fed, potrebbero acquistare Bitcoin quando danno inizio ad una nuova fase espansiva, per poi vendere quando vogliono dare inizio alla fase restrittiva.

In questo modo potrebbero acquistare BTC con relativamente poca valuta fiat, per poi venderlo in cambio di una quantità ben maggiore di valuta fiat.

Potrebbero insomma immettere liquidità sui mercati crypto acquistando BTC a prezzi inferiori, quando decidono di immettere liquidità sui mercati, per poi ritirarla vendendo BTC a prezzi maggiori. Così facendo, con gli stessi BTC acquistati inizialmente potrebbero ritirare dai mercati una maggior quantità di valuta fiat rispetto a quella immessa acquistandoli.

Inoltre questo eventuale meccanismo potrebbe consentire alle banche ed ai risparmiatori di acquistare BTC nei momenti in cui la politica monetaria delle banche centrali fosse neutra, in modo da coprirsi da eventuali rischi di future politiche monetarie eccessivamente espansive.

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