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La guerra della “Banca delle banche” a Bitcoin

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guerra“Bitcoin spazzerà via le banche”, si è sempre detto. Per ora ciò non è avvenuto, ma c’è una banca in particolare che pare abbia più paura delle altre: la Banca dei regolamenti internazionali (BRI o BIS in inglese).

La BIS è la più antica istituzione finanziaria internazionale, ed è “la banca delle banche“. Infatti è una società per azioni ma solo le banche centrali o istituti finanziari designati possono possedere le sue azioni. Lo scopo è quello di promuovere la cooperazione tra la banche centrali, e fornire servizi finanziari alle medesime: insomma, funge da banca centrale per le banche centrali.

La guerra della BIS a Bitcoin è stata dichiarata apertamente a giugno di quest’anno, quando ha pubblicato un rapporto pieno di accuse, e di errori. Quel rapporto dimostrava una conoscenza davvero molto superficiale della materia, e sembrava denotare una certa paura nei confronti di queste nuove tecnologie che non richiedono discrezionalità umana.

Da allora la BIS si è pronunciata diverse altre volte contro Bitcoin e le criptovalute, ed è di pochi giorni fa un discorso del direttore generale della BIS Agustín Carstens in cui dice che le valute digitali non sono denaro reale, ma una risorsa che ha solo un valore estetico per gli intenditori della crittografia.

Durante il discorso ha presentato il nuovo rapporto “Soldi e sistemi di pagamento nell’era digitale” contenente una sezione intitolata “Criptovalute: denaro falso”. A tal proposito ha detto:

“Dal mio punto di vista, le criptovalute sono, nel migliore dei casi, una risorsa di qualche tipo. Forse una risorsa paragonabile a un’opera d’arte per coloro che apprezzano la crittografia. Gli acquirenti di criptovalute non acquistano altro che un algoritmo software”.

Come se chi acquistasse euro o dollari acquistasse qualcosa di diverso da informazioni registrate su un database (peraltro non verificabile)…

Infatti a maggio la Fed di St. Louis (ovvero la sede locale della Banca Centrale americana) aveva pubblicato un altro rapporto, molto più preciso e corretto, in cui invece si affermava che “anche se bitcoin e altre criptovalute possono sembrare esotici, condividono alcune qualità con le valute normali“, ammettendo esplicitamente che anche lo stesso dollaro americano non ha valore intrinseco, esattamente come le criptovalute. Pertanto chi afferma che il problema delle criptovalute sia l’assenza di valore intrinseco, a questo punto dovrebbe spiegare perchè invee questo non debba essere considerato un problema anche per le valute fiat, che oltretutto vengono create ed immesse sul mercato in modo del tutto discrezionale da un gruppo di persone incaricate di farlo (si veda ad esempio quello che stanno facendo costoro in Venezuela…).

Ma perchè la BIS ha dichiarato guerra a Bitcoin, mentre ad esempio la Fed no? Nemmeno la BCE sembra avere un atteggiamento così ostile: certo ci sono banche centrali di altri paesi (come India, ma anche Russia o Cina) apertamente ostili alle criptovalute, ma l’atteggiamento della BIS è il più ostile che ci si possa attendere da un’istituzione bancaria.

Il rapporto di giugno dimostra ampiamente che all’interno della BIS circolino ancora una serie di informazioni scorrette riguardo le criptovalute (cosa che ad esempio non si può assolutamente dire della Fed o della BCE), ma questo non basta a giustificare questo atteggiamento così avverso della “banca delle banche” nei confronti di queste nuove tecnologie. Ci deve essere qualcos’altro: paura? Mah…

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