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#Trogloditi siamo, e #trogloditi rimaniamo

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trogloditiChi conosce Bitcoin sa che questo è un settore globale, in cui i confini tra gli Stati non contano. Inoltre sa anche benissimo che Bitcoin non si può fermare.

All’esterno qualcuno se ne è già accorto, altri no. Tra coloro che se ne sono già accorti c’è addirittura la Banca Centrale americana (ovvero la Fed), che ha iniziato non solo a capire, ma anche ad accettare Bitcoin in quanto tecnologia innovativa. Ma sono sempre di più gli Stati che capiscono che queste tecnologie non si possono fermare, e quindi conviene accettarle: Svizzera, SveziaLettonia, Malta e addirittura le Filippine (sì, quelli famosi per gli emigrati che vengono a farci da colf).

Noi in Italia invece cosa facciamo? Le “stronchiamo“! D’altronde c’è un motivo se siamo #trogloditi: questo è un titolo che ci siamo conquistati con tanto impegno, ed ora immagino che probabilmente convenga “difenderlo”…

Certo, come ho già avuto modo di dire in un mio video, di problemi da risolvere in questo settore ce ne sono ancora molti, e forse ci vorrà ancora del tempo, ma questo è un treno che passa 1 volta sola in tutta la Storia dell’Umanità: sembra quasi che l’Italia abbia deciso di perderlo, e che ci stia anche riuscendo benissimo (tranne rare eccezioni).

La Banca d’Italia dice che “il loro acquisto è motivato prevalentemente dalle aspettative di aumenti dei prezzi, un meccanismo tipico delle bolle speculative”. E aggiunge anche che “a causa dell’anonimato che garantiscono ai loro detentori sono inoltre utilizzate anche per fini illegali, tra cui il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo”. Peccato che invece molte persone che conoscono bene ad esempio Bitcoin lo acquistano come riserva di valore, per la sua natura decentralizzata e deflattiva, e che la “questione riciclaggio” oramai sembra essere stata ampiamente chiusa addirittura dal governo del Quebec.

Insomma, Banca d’Italia fa la figura del #troglodita in un mondo che, invece, evolve ed affronta i problemi per cercare di risolverli, al posto che tentare di evitarli (tagliandosi fuori di fatto da qualsiasi possibilità di evolvere insieme agli altri). Ed è probabilmente un buono “specchio” del resto del paese, che sembra aver deciso di star fuori da questa innovazione per paura probabilmente che possa davvero riuscire a cambiare qualcosa. D’altronde è più facile stare sulla riva del fiume a veder scorrere il resto del Mondo, che non prendere remi e canoa e mettersi a pagaiare con vigore, no?

Fortunatamente, come dicevo in principio, questo è un settore globale, che consente anche a tutti gli italiani che lo vogliano di partecipare, nonostante le resistenze e le incomprensioni di un paese che, oramai, sembra più morto che vivo. In questo (alcuni) italiani sono decisamente più avanti dell’Italia stessa!

Ah, ricordatevi: questo treno non si fermerà solo perchè volete che si fermi. Il treno continuerà ad andare avanti “a prescindere”: voi potete SOLO decidere se saltarci su, o perderlo. Purtroppo lo Stato italiano sembra aver scelto la seconda opzione…

John Pfeffer

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