Marco Cavicchioli
PayPal è una società quotata in borsa al Nasdaq, e come tutte le società statunitensi quotate in borsa ha l’obbligo di fornire periodicamente informazioni alla SEC.
Nel documento relativo al primo trimestre del 2023 inviato pochi giorni fa all’agenzia, la società rivela che al 31 dicembre 2022 deteneva 604 miliardi di dollari in criptovalute, saliti a 943 miliardi al 31 marzo. L’aumento del 56% corrisponde più o meno alla percentuale di incremento del mercato crypto nel medesimo periodo.
Il documento contiene un intero paragrafo dedicato esplicitamente alle criptovalute (la nota 7), in cui la società afferma di consentire ai clienti in determinati mercati di acquistare, detenere, vendere, ricevere ed inviare determinate criptovalute, nonché utilizzare i proventi delle vendite di criptovalute per pagare gli acquisti. Le criptovalute consentite sono Bitcoin, Ethereum, Bitcoin Cash e Litecoin.
Rivela anche che la società si avvale di terze parti (società fiduciarie autorizzate) per fornire i servizi di custodia, come la conservazione delle chiavi private dei clienti, la protezione degli asset crypto anche in caso di perdita o furto, compresi eventuali risarcimenti.
Poi però aggiungono anche che al 31 marzo 2023 la società non ha subito alcun evento di perdita di protezione.
PayPal quindi non ha investito in crypto, e non detiene criptovalute proprie. Però detiene criptovalute dei propri clienti, affidandone la custodia ad una terza parte di fiducia.
Da notare che ieri in borsa il titolo PYPL ha perso addirittura il 12%, ma non per colpa di queste dichiarazioni. Il problema è che la trimestrale nel suo complesso non è piaciuta agli investitori.
Va comunque ricordato che il grosso delle perdite le ha accumulate l’anno scorso, quando il prezzo delle azioni PayPal scese fin sotto i 70$, dopo essere stato anche sopra i 300$ nel 2021. Il prezzo attuale di 66$ è il minimo degli ultimi anni: era da ottobre 2017 che non scendeva fino a questo livello di prezzo.
