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L’Europa sta “perdendo il treno” della Blockchain

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europaNonostante si inizi a parlarne molto anche da noi, gli Stati UE in realtà stanno “perdendo il treno” della Blockchain a favore di altri Stati.

Attenzione: questo è un treno che passa una volta sola, e sta passando proprio in questi anni. Se lo perdiamo, sarà perduto per sempre, perchè se lasciamo che siano altri a avvantaggiarsi, a “piantare la bandierina” su questi nuovi territori, il gap che accumuleremo sarà irrecuperabile.

Ma quali sono questi altri Stati che si stanno avvantaggiando dal fatto di essere “saltati sul treno” della Blockchain per tempo?

Innanzitutto la Svizzera, come tutti sappiamo. Il paese confinante con l’Italia, in cui si parla anche italiano, sta lavorando molto per mettere le proprie aziende nelle migliori condizioni per poter sfruttare al massimo questo momento.

Anche in Cina si stanno dando molto da fare, nonostante il ban sulle criptovalute (che però fa acqua da tutte le parti).

Altro Stato molto attivo sono gli Emirati Arabi Uniti (UAE), ed in particolare Dubai.

Ma forse sono gli Stati Uniti d’America il concorrente più temibile. Infatti, dopo un primo momento di “smarrimento”, gli USA stanno recuperando alla grande. In particolare della questione se ne sta occupando addirittura lo stesso Congresso degli Stati Uniti (il loro Parlamento), grazie ad una partnership con IBM ed il MIT.

Gli USA sembrano davvero vogliano fare il “grande passo”, probabilmente proprio per cercare di battere la concorrenza e diventare lo Stato più attrattivo al mondo per i progetti basati su Blockchain o DLT. In teoria hanno tutte le carte in regola per diventarlo, così come le ha anche la Cina e, in teoria, le avrebbe anche l’Unione Europea, ma la grande differenza è che loro, come la Cina, stanno già lavorando in questo senso.

La UE invece per ora si è limitata a creare un gruppo di lavoro, ad aprile 2018, che non pare abbia ancora prodotto risultati a mesi di distanza, ed ha promulgato a luglio 2018 delle direttive sulle criptovalute che gli Stati membri dovranno recepire entro il 2020. Insomma tante parole, tempi lunghissimi, ma nulla di concreto, e proprio mentre invece USA e Cina producono e rilasciano già strumenti operativi basati su queste nuove tecnologie.

Ovvero, loro fanno, noi parliamo e prendiamo tempo, senza renderci conto che così non si va da nessuna parte. Finiremo di sicuro per essere costretti ad “inseguire”, ed accumuleremo un ritardo nei loro confronti che non saremo mai in grado di recuperare. Insomma, questa partita l’hanno già vinta USA e Cina, e noi per ora possiamo solo sperare di essere in grado di ribaltare il risultato (che invece, realisticamente, non saremo in grado di ribaltare).

Nonostante queste siano tecnologie globali, saranno soprattutto le aziende americane e cinesi a sfruttarle al meglio, e noi saremo costretti (come spesso accade) ad accontentarci delle briciole.

SVEGLIA, RAGAZZI! Il mondo non si ferma ad aspettare i pigroni come noi…

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