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E se la Cina impedisse lo scoppio della bolla?

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cinaAbbiamo già parlato diverse volte del “rischio bolla” per il Bitcoin (che è reale). Ma quando si parla di Bitcoin oramai c’è sempre il (grosso) rischio di commettere l’errore di essere troppo eurocentrici.

Infatti oramai il paese che è in grado di avere il maggior impatto sul futuro del Bitcoin non sono più gli Stati Uniti D’America (e non lo è nemmeno l’Europa): è la Cina!

Innanzitutto in Cina ci sono i maggiori miners del mondo (grazie ai quali la rete Bitcoin funziona). Inoltre è possibile che la Cina sia anche il paese i cui cittadini posseggono la maggior quota di bitcoin al mondo. Infine i mercati asiatici (Cina, ma anche Giappone e Corea) sono quelli che garantiscono al giorno d’oggi il maggior volume di transazioni.

Pertanto non solo la Cina è il singolo paese più potente al mondo in quest’ambito, ma è probabilmente anche quello che avrebbe maggiormente da perdere nel caso dello scoppio di una (grossa) bolla speculativa sul bitcoin.

Non dobbiamo peraltro dimenticarci che la Cina non è un paese democratico, e sebbene questo provochi più di un problema, ha però il rovescio della medaglia di consentire al governo cinese ampia libertà di manovra. I politici cinesi hanno già dimostrato di essere pronti ad intervenire, anche pesantemente, in caso di problemi, e di non essere affatto contrari al Bitcoin (o alle criptovalute) in sè!

Ricordiamoci anche che l’intera capitalizzazione attuale del bitcoin è ancora ben inferiore a 100 miliardi di dollari, una cifra che, tanto per capirci, la Banca Centrale cinese ha disponibile in contanti sul proprio “conto corrente” (ovvero che può mobilitare facilmente in pochi secondi).

Detto ciò sarebbe plausibile ipotizzare che se ci fosse un rischio concreto ed imminente dello scoppio della bolla (ammesso che ve ne sia una), la Cina potrebbe intervenire. E se decidesse di intervenire per bloccarne lo scoppio sarebbe in grado di farlo.

Ovviamente tutto dipende dal fatto che la bolla ci sia veramente, dal fatto che scoppi (cosa tutt’altro che scontata), e dalla volontà del governo cinese di intervenire. Ma se la Cina dovesse rendersi conto che lo scoppio della bolla potrebbe avere un impatto negativo sulle finanze dei propri cittadini potrebbe essere portata ad intervenire. A quel punto, essendoci la volontà, l’intervento potrebbe anche essere risolutivo (visto che i mezzi li avrebbero, e sarebbero più che sufficienti).

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