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In Italia sono state approvate più di 70 società di criptovalute, ma nessuna è stata esaminata

italia criptovalute
3d rendering of a metallic Bitcoin over an Italian flag

La situazione delle criptovalute in Italia risulta ancora avvolta nel mistero. Tuttavia, il settore va avanti e il nostro legislatore rimane indietro in termini di regolamentazione. Sembrerebbe, infatti, che ci siano più di 70 società di criptovalute che sono state approvate nel nostro paese, tuttavia, nessuna di queste è stata sottoposta ad una fase di analisi. Si tratta di un pericolo per gli investitori? Vediamo qual è l’attuale situazione in Italia.

L’importanza di essere regolamentati in Italia

In Italia, come in altre parti del mondo, essere regolamentati è fondamentale per una serie di ragioni. In primis, la regolamentazione prevede che in Italia ci siano delle autorità di vigilanza che dovrebbero avere il compito di monitorare i processi e applicare i controlli affinché si impedisca a criminali e a malintenzionati di utilizzare gli exchange di crypto per spostare in maniera fraudolenta il denaro.

Il problema in Italia è il seguente: il processo di registrazione è molto blando, rispetto ad altre nazioni in Europa, e non richiede il rispetto di requisiti particolari quali l’integrità operativa oppure gli standard antiriciclaggio. Ad esempio, in Francia, l’AMF richiede alle aziende di presentare 4 diversi moduli che si occupano di descrivere in dettaglio operazioni, gestione esecutiva, azionisti significati e controlli interni. Piattaforme come Binance e Crypto.com si sono qualificate per entrare a far parte dell’AMF.

Quindi, se l’azienda non è stata sottoposta ad un esame, potrebbero esserci problemi di sicurezza per l’utente. Questo si traduce anche nei metodi di pagamento utilizzati? Cosa succede se un utente acquista Bitcoin con paypal e viene truffato, può rivendicarlo indietro da paypal? Queste e altre domande risultano essere ancora prive di risposta.

Coinbase, Binance e Crypto.com sono inclusi nell’OAM

Per prima cosa, bisogna chiarire cosa è l’OAM, Organismo Agenti e Mediatori, ovvero un ente di vigilanza che si occupa di tenere elenchi di agenti finanziari come mediatori creditizi ed exchange operanti nel nostro paese.

L’OAM, quindi, ha deciso di aggiungere rapidamente ben 73 società di criptovalute, comprese Coinbase, Binance e Crypto.com, al suo elenco di provider di servizi di valuta digitale. Ciò ha consentito a queste aziende di essere iscritte in un registro istituito per garantire che le società in questione rispettassero gli standard antiriciclaggio del paese.

Coinbase stesso ha comunicato di aver ottenuto “l’approvazione delle autorità di regolamentazione italiane per fornire servizi basati sulle criptovalute ai residenti del paese”. Dichiarazioni di questo tenore sono state rilasciate anche da Binance e Crypto.com.

Tuttavia, l’approvazione normativa a cui si fa riferimento nei comunicati potrebbe non avere il peso in termini di sicurezza che sembra garantire.

Ma in che modo le società coinvolte nel settore delle criptovalute possono iscriversi all’OAM in Italia? Per prima cosa, le aziende devono presentare una domanda entro il 15 luglio. L’OAM ha poi a disposizione 15 giorni per accettare o meno la candidatura.

Successivamente, la domanda richiede la presentazione di 10 informazioni che contemplano i seguenti 10 elementi: ragione sociale, codice fiscale o Partita IVA, indirizzo email, eventuali punti operativi fisici, compresi sportelli e bancomat e un indirizzo web. Inoltre, il richiedente dovrà fornire dati su sede legale oppure ufficio amministrativo.

Quindi, nel caso in cui la sede del VASP dovesse essere in un altro stato membro dell’UE; sarà necessario istituire una stabile organizzazione nel territorio italiano. Tuttavia, è importante sottolineare che un posto nel registro OAM è solamente una promessa che la società in questione venga poi sottoposta ad un esame da parte dell’autorità di regolamentazione in maniera tale che si capisca che vengano rispettati i requisiti di antiriciclaggio. Ciò non significa, quindi, che la società ottenga un qualche tipo di licenza.

Conclusioni

In Italia, la situazione riguardante le criptovalute è ancora piuttosto incerta. Tuttavia, il legislatore si sta muovendo in una certa direzione. Negli ultimi tempi, l’OAM sembra aver approvato l’ingresso di oltre 70 società coinvolte nel settore senza che queste siano state sottoposte ad un vero esame. Si tratta di grandi nomi come Binance, Crypto.com e Coinbase, piattaforme che operano in tutto il mondo e che hanno voluto fare il loro ingresso ufficiale nel nostro paese. 

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