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Il governo USA possiede più dell’1% di tutti i Bitcoin esistenti

usa bitcoin

Sebbene non vi sia una comunicazione ufficiale a riguardo, si stima che il Dipartimento della giustizia degli Stati Uniti d’America (U.S. Department of Justice, DoJ) del governo USA detenga attualmente più di 214.000 BTC.

Infatti nel corso degli anni le forze dell’ordine del DoJ hanno sequestrato enormi quantità di Bitcoin. L’ultimo di questi mega sequestri è avvenuto a novembre dell’anno scorso, quando riuscirono a sequestrare 50.676 BTC a James Zhong, che a sua volta li aveva rubati a Silk Road nel 2012.

In precedenza sono noti altri due maxi-sequestri di Bitcoin.

Nel maggio del 2020 avevano già sequestrato altri 69.370 BTC da indirizzi sempre legati a Silk Road, mentre a febbraio 2022 ne sequestrarono addirittura 94.636 provenienti dall’hacking di Bitfinex del 2016.

In totale quindi con questi soli tre sequestri il DoJ è entrato in possesso di oltre 214.682 BTC che, a quanto pare, sono ancora in possesso di quello che di fatto è il ministero della giustizia del governo statunitense.

Dato che ad oggi il numero di BTC esistenti è di poco superiore ai 19,37 milioni, il governo statunitense detiene più dell’1,1% di tutti i Bitcoin.

Basti pensare che persino Microstrategy ne detiene di meno, dato che ne ha circa 140.000 (poco più della metà del governo USA), e anche Mt.Gox si ferma a 142.000.

Il problema è che prima o poi il DoJ dovrebbe vendere i sui BTC, perchè in genere vengono messi all’asta non appena i tribunali che seguono le cause collegate al sequestro danno il via libera alla vendita.

Va però detto che tali aste non avvengono tramite gli exchange, che non tutti i 214.000 BTC verranno venduti insieme, e che non è nemmeno detto che li vendano tutti. D’altro canto però i Bitcoin detenuti dal DoJ potrebbero anche essere di più, dato che quelli citati in precedenza sono solo alcuni dei sequestri di BTC effettuati dalle autorità USA.

Ad esempio i 94.636 BTC rubati all’exchange Bitfinex nel 2016 potrebbero essere restituiti all’exchange stesso, dato che è ancora in piena attività, anche se i loro creditori sono già stati rimborsati.

Quello che non si sa ancora è quando il DoJ procederà a queste aste, ma pare che potrebbero iniziare con le vendite anche prima della fine del 2023.

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