Uno dei problemi principali dell’utilizzo delle criptovalute come monete di scambio è la loro volatilità.
Con volatilità si intende la variazione di valore nel tempo. Ad esempio negli ultimi 30 giorni il volatility index di bitcoin è stato del 2,61%.
Il problema è che se il valore di una moneta cambia nel tempo di conseguenza devono cambiare spesso anche i prezzi, e questo rende complicato sia per chi vende (che deve ricalcolarli di continuo), sia per chi compra (che fa fatica a capire quanto sta veramente spendendo).
Ma la volatilità non è un problema solo delle criptovalute: anche le valute fiat soffrono di volatilità!
Prendiamo ad esempio il Peso argentino (una delle monete che sta soffrendo di più al momento a causa dell’inflazione, insieme al Bolivar venezuelano). E prendiamo come punto di riferimento il cambio con il dollaro americano, in modo da avere dati omogenei da confrontare.
Negli ultimi 30 giorni tra il valore minimo del Peso argentino in dollari (0,02483 $) e quello massimo (0,0335 $) la variazione è stata del 34,9%. Facendo lo stesso identico calcolo su Bitcoin tra il valore minimo (6.197,52 $) e quello massimo (7.388,43 $) la variazione è stata “solo” del 19,2%, ovvero sostanzialmente inferiore rispetto a quella del Peso argentino. Pertanto, sebbene il calcolo della volatilità in realtà si faccia in un altro modo, possiamo però già affermare che negli ultimi 30 giorni il valore del Peso argentino in dollari è variato di più rispetto a quanto non sia variato quello di Bitcoin! In altre parole Bitcoin è stato meno volatile del Peso argentino.
Inoltre facendo lo stesso calcolo ad esempio per la Lira turca (altra valuta in sofferenza) scopriamo che la variazione è stata del 13,0%, quindi non di molto inferiore a Bitcoin. Per il Rublo russo invece la variazione è stata del 5,3%, quindi nettamente inferiore ma non poi così distante (anche perchè in questo caso la variazione maggiore si è verificata negli ultimi 3 mesi).
A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che la volatilità di Bitcoin sul lungo periodo sembra si stia riducendo (è ai minimi del 2018), mentre non si può dire certo lo stesso per il Peso argentino o la Lira turca (o anche il Rublo russo). Pertanto se da un lato è in atto un fenomeno di riduzione della volatilità di Bitcoin, dall’altro lato invece alcune valute fiat continuano a soffrire di una volatilità elevata.
A questo punto, qualora la volatilità di Bitcoin dovesse ulteriormente diminuire, cadrebbe uno dei principali ostacoli alla sua diffusione come mezzo di pagamento. #occhio