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Bitcoin: crollo del 30% della potenza di calcolo per il mining

bitcoin mining

Negli ultimi giorni si è verificato un crollo del 30% dell’hashrate di Bitcoin, ovvero la potenza di calcolo utilizzata a livello mondiale per il mining.

Il 14 dicembre la stima di bitinfocharts.com rivelava che c’erano circa 280 Ehash/s allocati sul mining di Bitcoin a livello globale, ma il 24 dicembre erano precipitati sotto i 190 Ehash/s, ovvero più del 30% in meno.

I dati orari di coinwarz.com rivelano che ieri si era già tornati a 244 Ehash/s, mentre oggi si è tornati sotto i 220 Ehash/s.

Il motivo di questo crollo sembra essere dovuto alla bufera invernale che ha colpito gli USA, ovvero il Paese in cui è localizzato gran parte dell’hashrate del mining di Bitcoin.

Infatti pare che molti miner, per ridurre i consumi di energia elettrica, abbiano momentaneamente spento le macchine. Questo spiega anche perchè negli ultimi due giorni parte dell’hashrate scomparso nei giorni scorsi sia stato recuperato.

Da notare che Bitcoin non ha subito alcun danno o problema serio. L’unica conseguenza è un leggero rallentamento della registrazione delle transazioni sulla bockchain (nessuna conseguenza invece per quelle inviate tramite Lightning Network). Il block-time è passato dai 10 minuti del 21 dicembre ai 16 minuti del 24 dicembre. Ieri comunque era già tornato a poco più di 10 minuti. Il costo medio delle fee per singola transazione è salito a 1,4$, per poi ridiscendere ieri a 1,1$.

Bisogna infine ricordare che il protocollo Bitcoin in realtà non richiederebbe nè così tanta potenza di calcolo, nè consumi di elettricità elevati: sono i miner che decidono in autonomia quanta potenza di calcolo utilizzare, e quindi quando consumare. Se ad esempio dovessero decidere di ridurla, ogni circa due settimane la difficoltà del mining viene aggiornata per far sì che il block-time medio torni attorno ai 10 minuti, a prescindere da quanto hashrate i miner decidano di impiegare.

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