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Attenzione all’inflazione

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Da un po’ di tempo circola una voce che vale la pena prendere in considerazione, anche se ad oggi non è supportata da dati concreti. 

Il problema è il debito: la somma di tutti i debiti esistenti al mondo ha fatto registrare un nuovo record. Siamo arrivati a 184mila miliardi di dollari, ovvero una media di 86mila dollari a testa. 

Tralasciando i debiti privati, quelli degli Stati rischiano di essere un grave problema, perchè se uno Stato non riesce a ripagare tutti i suoi debiti può andare in fallimento. Qualora a fallire fosse un piccolo Paese le conseguenze a livello globale non sarebbero disastrose, ma se a fallire invece fosse un paese di grandi dimensioni a livello economico (come ad esempio l’Italia) le conseguenze potrebbero essere molto pesanti

La questione è: come è possibile, REALISTICAMENTE, ridurre questi debiti, ed in particolare quelli pubblici? 

La Storia ci insegna che è tutt’altro che semplice. Anzi, la Storia recente sembra dirci che è quasi impossibile che la somma di tutti i debiti pubblici del mondo possa ridursi drasticamente nei prossimi anni. Certo, se il Pil aumenta molto più di quanto non aumenti il debito, allora perlomeno si riduce di conseguenza il rapporto tra debito e Pil, ma se questo da un lato sarebbe probabilmente sufficiente per ridurre l’entità del problema, dall’altro pare comunque non stia avvenendo se non in rari casi. 

La voce che circola è che, REALISTICAMENTE, in realtà esistano solo due scenari: 

  1. o si lascia che, alla prossima crisi finanziaria globale, alcuni Stati falliscano, con tutte le conseguenze (disastrose) che ciò potrebbe portarsi dietro; 
  2. o si aumenta l’inflazione

Ad oggi infatti le Banche Centrali che gestiscono le principali monete mondiali (dollaro americano, euro, sterlina inglese, yen gapponese e renmimbi cinese) hanno il compito di tenere sotto controllo l’inflazione, più o meno attorno al 2%. Anche il Pil, tranne che in Cina, in questi paesi aumenta più o meno della stessa percentuale, quindi un incremento significativo dell’inflazione potrebbe contribuire significativamente a ridurre nel tempo il rapporto debito/Pil. 

Forse portare l’obiettivo delle Banche Centrali anche solo dal 2% di inflazione al 4% potrebbe avere un impatto significativo sulla riduzione del valore reale del debito, con conseguente riduzione anche del rapporto debito/Pil. 

Secondo queste voci, che oramai circolano da mesi, un incremento significativo dei target di inflazione sarebbe lo scenario più plausibile per ridurre i rischi derivanti dall’elevata esposizione al debito di molti Paesi. Queste voci non sono ad oggi confermate da alcun fatto concreto, ma provengono da diverse fonti che hanno affinità con le previsioni macroeconomiche, soprattutto in ambito finanziario. 

E’ importante tenere presente che l’inflazione da un lato riduce il valore reale del debito, ma dall’altro per lo stesso motivo riduce anche il valore reale dei risparmi in valuta. Quindi più una valuta è inflazionata e meno è “buona” come riserva di valore. 

Quello che però è sicuro è che queste dinamiche, anche qualora dovessero effettivamente trasformarsi in realtà, saranno molto lente. Quindi non c’è da attendersi che possano avere impatti sui mercati finanziari a breve termine, ma, se effettivamente il target di inflazione verrà alzato ben sopra il 2%, le conseguenze saranno evidenti solo sul lungo periodo. 

Ovviamente va specificato che ci sono anche molti analisti o commentatori finanziari che non concordano con queste ipotesi

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